Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
712 | I Nibelunghi |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Nibelunghi, Hoepli, 1889, II.djvu{{padleft:353|3|0]]
400A lui guardava l’uom morente. Ei vide
Che volentieri gli avrìa data aita
Di sua madre il fratel. Diceva intanto
Egli, a morte piagato: O dolce zio,
In quest’ora di nulla a me v’è dato
405Porgere aita. D’Hàgene piuttosto
Vi riguardate; e ciò mi sembra invero
Miglior consiglio. Ei reca nel suo core
Un’anima feroce. E se qualcuno
Mi piangerà dopo la morte mia
410Fra’ miei congiunti, voi di me direte
Al più vicino ed al miglior che piangere
Ei non dènno per me. Non è di tanto
Necessità. Gloriosamente estinto
Io giaccio qui d’un principe per mano.
415Ma di mia vita, qui, compiuta ho innanzi
Ogni vendetta, e donne di gagliardi
Cavalieri fien tratte a lagrimare.
Che se alcun vi dimanda, e voi d’un tratto
Sì rispondete che giacciono al suolo
420Cento guerrieri per mia man soltanto.
Ed Hàgene pensava al menestrello