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716 I Nibelunghi

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485Quella morte recavagli ed ambascia,
Ed egli a lagrimarne incominciava,
Che di cotesto a lui, nobile eroe,
Necessità sorvenne: Oh! la fedele
Aita ch’io perdei! Scordar l’angoscia
490Mai non potrò dell’uom d’Ètzel devoto!
E che? potreste voi, mastro Hildebrando,
Verace dir l’annunzio, e chi mai sia
Il guerrier che l’eroe morto atterrava?
  Gernòt gagliardo, ei rispondea, ciò fece
495Di forza, ma egli pur, l’eroe valente,
Giacquesi estinto di Rüedger per mano.
  Disse Dietrico ad Hildebrando allora:
Dite agli uomini miei che s’armin tosto,
Chè andarne io vo’ colà. Che mi si apporti
500Anche ingiungete il fulgido mio arnese
Di guerra, ch’io medesmo i valorosi
Vo’ interrogar della burgundia terra.
  E maestro Hildebrando: E chi con voi,
Disse, venir dovrà? Chi vivo ancora
505De’ vostri avete, qui appo voi si tiene;
Ed io son solo ed ultimo, chè gli altri

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