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I Nibelunghi 729

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In armi fosse principe Dietrico,
Troppo cruccioso e vinto era Gunthero
Da selvaggio furor, poi che nemico
200Erasi fatto a quello omai di core
Per l’aspro duol toccato; e si dicea
Ch’era prodigio se Dietrico a lui
Incolume scampò. Grande il valore,
Grande la forza di cotesti assai,
205E risonava di lor colpi intorno
Con sue torri il palagio, allor che sopra
Agli elmi buoni ei si battean coi brandi.
Avea sire Gunthero anima fiera.
  Ma il vinse poi, come d’Hàgene in pria
210Accadde ancor, quel da Verona. Il sangue
Per le maglie all’eroe scorrer fu visto
Sotto alla spada che recava acuta
Prence Dietrico. Pur s’avea difeso,
Dopo tanta stanchezza, in guisa assai
215Degna di lode, re Gunthero. Il sire
Fu dalla mano di Dietrico avvinto
Di foggia tal, che regi mai ritorte
Non soffron pari; e quei pensava intanto

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