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364 | I Nibelunghi |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Nibelunghi, Hoepli, 1889, II.djvu{{padleft:5|3|0]]
Avvenìr ciò potria, ch’io son pagano,
Nè battesmo ebbi mai? Fedele a Cristo
15È la donna, e però non fia che mai
Ella acconsenta a ciò. Sarìa prodigio.
Ove cotesto si avverasse. — E quelli
Agili rispondeano: E che, se tanto
Forse ella fa? Pel vostro inclito nome,
20Per vostra gran ricchezza, è d’uopo invero
Che tenti alcun la nobil donna. Voi
La leggiadra persona amarne intanto
Di gran voglia potrete. — E il nobil sire:
A chi fra voi, dicea, note sul Reno
25Son le genti e la terra? — E gli rispose
Il buon Rüedgèr di Bechelara: L’inclita
E nobile regina io già conobbi
Nella sua infanzia. E Gernòt e Gunthero
Conobbi, illustri cavalieri e buoni,
30Il terzo ancora che Gislhèr si chiama;
E fa d’essi ciascun quanto in begli atti
D’onore e di virtù gli è far concesso,
E il medesmo hanno fatto i lor maggiori.
Ed Ètzel disse allor: Tu mi dirai,