Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
456 | I Nibelunghi |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Nibelunghi, Hoepli, 1889, II.djvu{{padleft:97|3|0]]
Per la sorella mia, donna Kriemhilde.
Oh sì! voi le sarete i benvenuti.
E Giselhèr li addusse ove la donna
Ei ritrovò. Degli Unni de la terra
180Di gran core ella vide i messaggieri,
E con atto gentil, per quella sua
Anima ricca di virtù, lor fece
Anche un saluto. In cortese atto e dolce
Le diêr l’annunzio i messaggieri. A voi
185Offre la donna mia, Swemmelin disse,
Fede e servigi. Che potesse mai
Questo avvenir che più sovente ancora
Vi vedess’ella, deh! credete, o donna,
Che di gaudio maggior nessuna cosa
190Al mondo le sarìa! — Cotesto mai
Non avverrà, rispose la regina.
Per quanto volentier la mia diletta
Figlia vedrei sovente, ella, ch’è sposa
Di nobile signore, ahi! troppo lungi
195Da me si sta. Ma sempre e sempre ancora
Ella viva felice e la persona
D’Ètzel con seco! E pria che ve n’andiate,