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I Vicerè 217

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Vicerè.djvu{{padleft:219|3|0]]aveva compreso che per la felicità di Raimondo il matrimonio era necessario, quindi gli aveva dato moglie, senza badare a sacrifizii. Per Chiara, una propizia occasione erasi presentata, ed a fine d’assicurare la felicità di quella figlia la principessa le aveva perfino forzato la mano: adesso il tempo dimostrava da qual parte fosse stata la ragionevolezza! Quanto a lei, Lucrezia, Dio aveva permesso che sua madre morisse prima del tempo in cui avrebbe dovuto pensare all’avvenire di lei; ma, se questa era stata una gran disgrazia, non voleva dire che l’avvenire di lei non stesse a cuore al fratello maggiore. Era strano parlare a una ragazza di certe cose, ma la necessità lo stringeva. Certo il desiderio della santa memoria, desiderio ragionatissimo, fondato sopra argomenti positivi e non sopra capricci, era che ella restasse in casa; ma poniamo che un giorno ella avrebbe creduto pel proprio meglio di fare altrimenti, le davano forse a intendere che, volendo ella maritarsi, il principe le si sarebbe opposto? Quando si fosse presentata l’occasione di accasarla bene, col decoro conveniente al suo nome, il principe non l’avrebbe lasciata sfuggire. Ma bisognava aver fiducia in lui, esser sicura che egli non poteva desiderare altro che il bene della sorella, considerandosi investito d’una specie di tutela morale. E non dare l’esempio d’un dissidio funesto, che sarebbe stato di scandalo in questo mondo, e d’infinita amarezza alla sant’anima nel mondo di là....

Mentre il confessore teneva questo discorso a Lucrezia, il principe ne teneva un altro un poco diverso a donna Ferdinanda. La zitellona, pure vituperando i Giulente, s’era col tempo assicurata sulle loro pretese; quella bestia del duca non essendo più lì a secondarle, ella credeva che l’amoreggiamento fosse finito del tutto. Invece un giorno che si parlava della responsabilità dei capi di famiglia quando in casa vi sono ragazze da marito, Giacomo disse alla zia che anche Lucrezia avrebbe dovuto un giorno o l’altro accasarsi, che da parte sua l’avrebbe lasciata libera di prendersi chi meglio le pia-

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