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414 | I Vicerè |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Vicerè.djvu{{padleft:416|3|0]]nuto a battesimo. Doleva piuttosto alla madre che la eredità non fosse andata al primogenito, per amor del quale ella aveva sacrificato la propria vita. La soppressione dei conventi aveva già sconvolto tutti i suoi disegni, non potendo Giovannino professarsi più, e tornando al secolo; adesso l’eredità veniva a pareggiare la condizione dei due fratelli, cioè a diminuire quella del primogenito. Ella voleva bene ad entrambi, ma al duca, oltrechè bene, portava anche una specie d’istintivo rispetto, come capo della casa, come erede e continuatore del nome e della potestà ducale. Perchè la chiusura dei conventi e l’errore dello zio non disturbassero i piani di lei, bisognava che Giovannino non prendesse moglie: ella lavorava a questo scopo, lasciandolo padrone di spendere e di sbizzarrirsi a suo modo, secondando tutti i suoi gusti per la caccia, pei cavalli, per tutti i diporti, in modo che il giovane non fosse tentato di mutar vita.
Che donna Graziella avrebbe fatto da madre ai figli del principe, era frattanto fuori di dubbio. Baldassarre aveva riferito ai suoi dipendenti, e questi ripetevano dovunque i particolari delle lettere scambiate tra la sposa e la principessina. La ragazza aveva saputo a Firenze la morte della mamma, e che pianto! che convulsioni! basta dire che la direttrice del collegio s’era messe le mani in capo, non sapendo come fare. Povera signorina, aveva pure ragione! sola, lontana da casa sua «senza poterla abbracciare un’ultima volta! Mamma mia! Mamma mia!...» Bisognava leggerle, queste lettere; perchè alla Santissima Annunziata le signorine ricevevano un’istruzione comi fo; e la principessina otteneva sempre i primi premii, tanto era svegliata e studiosa. Ma finalmente, quando la madrina le mandò una ciocca di capelli della sant’anima, e il suo libro di preghiere, e il suo rosario, promettendole che il principe l’avrebbe ripresa più presto in casa e raccomandandole frattanto di non affliggerlo di più, poveretto, con quelle lettere, la padroncina si venne calmando a poco a poco: «Hai