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PARTE TERZA




I.


«Palermo, li 12 febbraio 1872.


«Signore onorandissimo,


«L’origini nommenchè l’istoria della patria nobiltà sapere, tornar’ in niente non dev’ a ciascuni, specie in ta’ tempi che la vengon stimando da sezzo, in quella vece che tuttosì dagli esteri ammirando si viene. Da ricapo narrarla, dopocchè il Mugnos, il Villabianca ed altri famosi a sè recarono immortalità sbrancandone quel denso velo, chiarirsi potrebbe un fuor’opera; se quei valentuomini, per legge di natura, arrestati non fossers’ai tempi che vissero. Ma, senzachè il proseguiment’insin’a nostri ultimi giorni, un altr’oggetto ne rischiara la convenienza; vogliam dir la rarezza di quell’oper’insigni, cui non a tutt’è dat’acquistare. Quind’e perciò, all’oggettocchè tra le mani dell’universale una nuov’opera messa in giornata ne gisse, abbiam divisato dettarla. E attalchè non ci s’imputi in superbia a tant’impres’azzardarci, non vogliamo far senza di porre qui bocca sulla scienza che dell’araldiche discipline noi succhiammo una col latte, sì come quelle ch’a discendente di non ultima, tra le

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