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I Vicerè | 511 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Vicerè.djvu{{padleft:513|3|0]]discutevano i partiti possibili. Per Consalvo c’era l’imbarazzo della scelta: il barone Currera, il barone Requense, il marchese Corvitini, i Cùrcuma, tanti altri avevano figliuole straricche in età d’andare a marito; per Teresa la cosa era più difficile. Giovani a un tempo ricchi e nobili tanto da poterla sposare, non c’erano altri che i due figli della duchessa Radalì. La duchessa, sacrificati i suoi più begli anni per amor del primogenito, gelosa di lui, non gli aveva ancora dato moglie, non trovando buono nessun partito e se lo teneva cucito alle gonne, quasi potessero rubarglielo; invece lasciava libero Giovannino, perchè al giovane non venisse voglia d’ammogliarsi. L’eredità dello zio lo aveva fatto ricco quanto il fratello maggiore, ma tra loro due c’erano differenze che andavano considerate. Michele non era di fisico molto vantaggioso, a ventisei anni aveva pochi capelli ed una corporatura troppo pingue; ma era il primogenito, possedeva tutti i titoli della casa; il secondo, che godeva solo di quello non trasmissibile di barone, era fra i giovani più graziosi ed eleganti. Quantunque andassero poco dagli Uzeda dacchè c’era una ragazza da marito — anzi a causa di ciò, — le voci d’un possibile matrimonio trovavano credito; ma il principe, se gli domandavano che cosa ci fosse di vero, dichiarava che prima doveva ammogliarsi Consalvo, e la principessa si guastava addirittura. «Queste ciarle mi dispiacciono, non per niente, ma perchè potrebbero venire all’orecchio di Teresina, e io sono molto gelosa: il mio sistema è che le ragazze non debbano saper certe cose né udire certi discorsi!...»
Teresa pareva non udire nè questi nè altri discorsi, e sognare tuttodì ad occhi aperti. Divorava i pochi libri di versi e i romanzi che la principessa le consentiva di leggere, dipingeva quadretti dove si vedevano castelli merlati sorgenti in mezzo a laghi di cobalto, trovatori con la chitarra ad armacollo, o più spesso castellane inginocchiate ed oranti, Madonne col divino Figliuolo tra le braccia. Le composizioni austere e più le