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I Vicerè 553

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Vicerè.djvu{{padleft:555|3|0]]che voleva il marito; avrebbe dovuto dire che in nessun’altra famiglia la malattia del padre è stata ragione di ordire l’infelicità delle figliuole; e avrebbe dovuto dire ancora che la ribellione di Consalvo si dimostrava ora giustificata, avrebbe dovuto ribellarsi ella stessa.... Ma questo era peccato! Il confessore glie lo diceva, raccomandandole la prudenza, l’obbedienza, l’abnegazione, tutte le virtù cristiane, di cui in famiglia ella aveva luminosi esempii: Suor Crocifissa, che da bambina era a San Placido, che aveva rinunziato con vocazione esemplare al tristo mondo per darsi allo Sposo celeste, e adesso, giusto premio delle sue virtù cristiane, era Badessa del monastero; Monsignor Lodovico che anche lui aveva disprezzato il posto spettantegli al secolo per abbracciare lo stato monastico. E la Beata Ximena, nei secoli andati. In quell’anno ricorreva il terzo centenario della sua esaltazione fra gli Eletti: voleva la discendente mostrarsi degenere, proprio mentre Ella la guardava dal paradiso con più amore e fervore?... E le stesse cose le ripeteva la zia Badessa, a San Placido, dove ora la principessa la conduceva ogni domenica per ordine del marito.

La Badessa, col viso color della cera tra i veli bianchi, era rimbambita del tutto, non sapeva far altro che ripetere alla nipotina, dietro le grate del parlatorio, quel che le avevano indettato: «Bisogna fare la volontà di tuo padre e tua madre... Così comanda Nostro Signore, così comanda la Vergine Immacolata, così comanda il patriarca San Giuseppe...» La sua voce aveva il tono che si prende nel recitare le litanie; e lì, tra le mura del monastero, Teresa rammentava la fanciullezza lontana, l’antica paura provata quando la posavano sulla ruota per farla entrare nell’impenetrabile badìa; ma rammentava ancora le lodi delle monache, quand’ella aiutava a ornar di fiori gli altari, ad accendere i ceri dinanzi al Crocifisso: «Monachella santa! Monachella santa!...» E l’istinto del sacrifizio, i moti d’umiltà, la sete di ricompense che l’avevano occupata bambina

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