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I Vicerè 571

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Vicerè.djvu{{padleft:573|3|0]]dava agli affari di campagna e scriveva due o tre volte il mese al fratello od alla madre, chiudendo le sue lettere con un «saluto la cognata». La tranquillità che regnava nella sua nuova casa, la pace che ristabilivasi nell’antica, l’affezione del marito, i trionfi di Consalvo, le lodi che raccoglieva ella stessa — poichè, tra le giovani signore, aveva occupato subito il primo posto — facevano fiorire sulle sue labbra sorrisi a grado a grado più schietti. Veramente, ella non sentiva più l’anima disposta a comporre musiche o poesie, ma sedeva ancora spesso al pianoforte per esercitarsi, e nel farsi bella spendeva forse maggiori cure di prima.

Adesso era libera di leggere i libri che più le piacevano; e quando non aveva nulla da fare, divorava romanzi, drammi e poesie. L’eccitazione di quelle letture non le impediva però di attendere alle pratiche religiose con zelo e fervore: in casa Radalì venivano lo stesso monsignor Vescovo, lo stesso Vicario, gli stessi prelati che frequentavano la casa del principe: essi additavano a tutti la duchessa nuora come modello di domestiche e cristiane virtù.

Presto la gravidanza le fece dimenticare del tutto i sogni del passato, e l’affezionò meglio alla realtà del presente. Soffrì pochissimo durante la gestazione; il tempo volò rapido in mezzo a tante cure ed a tanti pensieri. Il parto fu felicissimo: tutti aspettavano un maschio e un maschio nacque, un bambino grosso e florido che pareva d’un anno. «Poteva essere altrimenti?» dicevano tutti. «Per una figlia e una sposa buona come lei, protetta da una Santa in cielo?...» I preparativi del battesimo furono grandiosi: il duca volle il fratello come padrino. La duchessa madre approvò; Teresa, riposando sul letto nuziale, dove restava più per una beata indolenza che per necessità, disse che naturalmente la scelta non poteva essere migliore. Giovannino tardò a rispondere, ma, sollecitato dal duca anche a nome della madre e della moglie, arrivò la vigilia della cerimonia.

Pareva un altr’uomo: s’era fatto più forte, il sole lo

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