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630 I Vicerè

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Vicerè.djvu{{padleft:632|3|0]]ridicole, come quella di Giulente, restavano, oltre alla sua, quattro candidature serie: l’avvocato Vazza, che aveva un’estesissima clientela e si presentava con programma «liberale» senza indicazione di partito parlamentare; il professor Lisi, ex-presidente della Progressista, e perciò con idee di Sinistra; Giardona e Marcenò, radicali. Consalvo si mise in relazione col primo di questi due, che era il più temperato, per un’azione comune. Dal radicalismo annacquato di costui al liberalismo avanzato suo proprio c’era tanta distanza da non potersi intendere? Nondimeno, i fautori di Giardona vollero dichiarazioni esplicite: egli s’impegnò a dare il suo voto a tutte le riforme chieste dal partito e sopra tutte alle riforme sociali. Andò a dire in mezzo a loro: «Io sono socialista. Dopo che ho studiato Proudhon, mi sono convinto che la proprietà è un furto. Se i miei antenati non avessero rubato, io dovrei guadagnarmi la vita col sudore della fronte.» Tuttavia quelle dichiarazioni non soddisfacevano interamente. I radicali più avanzati che sostenevano Marcenò gli si voltarono contro. Venne poi fuori un giornaletto, La Lima, che lo prese di mira, chiamandolo il «nobile principe, il sire di Francalanza,» alludendo ai suoi parenti borbonici, affermando che un aristocratico suo pari, discendente dai Vicerè, non poteva esser sincero quando sfoggiava la sua fede democratica. Allora anch’egli fece pubblicare un foglio, Il nuovo elettore. Tutti i numeri, dal principio alla fine, erano pieni di lui, delle sue gesta al Municipio, dei suoi titoli alla gratitudine del paese. I giornali quotidiani anch’essi avevano articoli esaltanti «il giovane patrizio democratico a fatti, non a parole.»

Stretto il patto con Giardona, restava da scegliere tra il Lisi e il Vazza per formare la triade. Egli voleva mettersi con quest’ultimo, perchè era il più forte; ma Giardona minacciò di mandare tutto a monte, perchè il Vazza, proclamandosi ambiguamente «liberale,» era il più moderato di tutti e ben visto perfino dalla Curia. Invece, l’alleanza con Lisi, che s’avvicinava più alle

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