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I Vicerè 643

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Vicerè.djvu{{padleft:645|3|0]]Cittadini: Domenica, 8 ottobre 1882, alle ore 12 meridiane, nella Palestra Ginnastica (ex-convento dei PP. Benedettini) il Principe di Francalanza esporrà il suo programma politico agli elettori del I° Collegio.» Seguivano le firme del comitato: un presidente, vecchio magistrato a riposo, ben visto da tutti i partiti e perciò messo a quel posto da Consalvo; poi sei vice-presidenti, più di cinquecento membri, otto segretarii, ventiquattro vice-segretarii.

Era una novità, questa dei discorsi-programmi. Le elezioni non si potevano più fare alla chetichella, in famiglia, come al tempo del duca d’Oragua: ciascun candidato doveva presentarsi agli elettori, render loro conto delle proprie idee, discutere le quistioni del giorno. «Almeno è certo che andranno al Parlamento solo quelli che sanno parlare!...» Ma udire il principe di Francalanza discorrere in piazza come un cavadenti: lo spettacolo era veramente straordinario. Gli altri candidati tenevano i loro discorsi nei teatri, ma per quello di Consalvo v’era tanta aspettazione, piovevano tante richieste di posti, arrivavano tante rappresentanze dalla provincia, che nessun teatro parve sufficiente. La palestra ginnastica, che era il secondo chiostro del convento di San Nicola, grande quanto una piazza, aveva, con i suoi archi, le colonne e le terrazze, una cert’aria di anfiteatro; era l’ambiente più vasto, più nobile, più adatto alla grandezza dell’avvenimento. E poi Consalvo, da cui veniva la scelta, aveva una sua idea.

Egli andò a dirigere personalmente l’addobbo. Ma intanto che i tappezzieri lavoravano a disporre trofei di bandiere e festoni d’ellera e tende e ritratti, il principe si guardava intorno con un senso di stupore, sorpreso a un tratto dalle memorie della fanciullezza. L’enorme e nobile monastero, la signorile dimora dei Padri gaudenti, l’aristocratico collegio della gioventù era irriconoscibile. Scomparsi i corridoi che s’allungavano a perdita d’occhio, chiusi da muri e da cancelli, convertiti in sale e gabinetti scolastici; il refettorio trasformato in salone di di-

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