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I Vicerè 67

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Vicerè.djvu{{padleft:69|3|0]]a bello studio quelle strettezze: «Siamo rovinati! Non c’è come fare! Non ci resterà più nulla!» E mentre al palazzo Francalanza la principessa lesinava il baiocco e prodigava le più efficaci dimostrazioni della miseria in cui erano ridotti, raccogliendo fiammiferi spenti per riaccenderli dall’altro capo, rivendendo le sue vesti smesse prima di farsene una nuova; ella poi descriveva a Lodovico il monastero dei Benedettini come un luogo di eterna delizia, dove la vita passava, senza cure dell’oggi e senza paure del domani, tra lauti conviti, sontuose cerimonie, gaie conversazioni e scampagnate gioconde. E quando finalmente Lodovico entrò novizio a San Nicola potè riconoscere che la madre aveva detto la verità, perchè il corno dell’abbondanza pareva rovesciarsi continuamente sul monastero e la vita vi scorreva facile e lieta. Il giovane che usciva dalla ferrea tutela della principessa e del confessore, apprezzava più specialmente la libertà, la quasi licenza che vedeva regnar nel convento; talchè egli si confermò nella convenienza, stillatagli fin da bambino, di entrare in quell’Ordine. Tuttavia, prima di pronunziare i voti, esitò un momento, comprendendo sul punto di compierlo la gravezza del sacrificio che gl’imponevano, fatto accorto da don Blasco dei raggiri materni; ma, oltre che egli non prestava molta fede al monaco, del quale conosceva l’implacabile critica, quella stessa terribile severità della madre alla quale egli era impaziente di sfuggire lo fece rinunziare, spaventato, ad ogni tentativo di aperta ribellione.

Padre don Lodovico s’accorse del giuoco di cui era stato vittima troppo tardi, quando vide che le miserie lamentate dalla madre erano mentite, e che il posto a cui lo avevano costretto a rinunziare toccava al fratello Raimondo. Ma non era più tempo di tornare indietro: lo scapolare e la cocolla gli sarebbero pesati sulle spalle fino alla morte. La ribellione, lo sdegno e l’odio scatenatisi nell’animo suo furono tanto più violenti di quelli provati dallo zio, quanto meno egli era capace, per il

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