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72 | I Vicerè |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Vicerè.djvu{{padleft:74|3|0]]aveva sempre chinato il capo, rispettosa e obbediente; il giorno poi che la principessa, trovato quello stupido del marchese di Villardita il quale s’offriva di sposare la giovane per niente, s’era persuasa di maritarla, ella aveva detto di no, di no, di no: cose veramente dell’altro mondo!... Il marchese, vista la ragazza di tanto in tanto, sotto lo scialle, in chiesa, se n’era innamorato, e la principessa, determinatasi di dargli la figliuola, lo aveva ammesso in casa; ma, scoraggiato dalla fredda accoglienza e dalle ostinate repulse di Chiara, persuaso da parenti ed amici che faceva una pazzia a sposar per forza chi non lo voleva, egli si sarebbe ritirato in buon ordine, se donna Teresa, che quando pigliava partito neppure il diavolo la faceva andar indietro, non gli avesse ingiunto di rimanere al suo posto. Così, quand’egli rivedeva la ragazza, seduta in un angolo, a capo chino, col fazzoletto in mano, aveva voglia di mettersi a piangere anche lui, «quel vitello», diceva don Blasco «tanto tenero di cuore da innamorarsi del faccione lungo di mia nipote!» Chiara, infatti, non era una bellezza, e la madre, dapprima per dissuaderla dal matrimonio, poi per indurla ad accettare quel partito, le ripeteva tutti i santi giorni: «Che non ti guardi allo specchio? Non vedi quanto sei brutta? Chi vuoi che ti pigli?....» ma Chiara, di rimando: «Nessuno, tanto meglio! Se Vostra Eccellenza non voleva maritarmi? Mi lasci stare in casa!...» Di prima impressione come tutti gli Uzeda, Chiara non aveva voluto sentirne di quel promesso, per l’unica e sola ragione che era un poco pingue; ma, una volta preso quel partito, la cocciutaggine, ereditaria negli Uzeda molto più che l’impressionabilità, era stata la più potente ragione della resistenza opposta alla madre: fino all’ultimo momento, pertinace, ostinata, inflessibile, aveva detto che mai, mai, mai avrebbe sposato quella mezza botte; e inutilmente i fratelli, gli zii, il Padre confessore le avevano spiegato che se era un po’ grasso, il marchese aveva un cuor d’oro, e che la sposava senza dote pel bene che le voleva, e