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I Vicerè | 73 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Vicerè.djvu{{padleft:75|3|0]]che in casa di lui sarebbe stata da regina perchè era solo e straricco, e che se lasciavasi sfuggire quel partito, la madre poteva tornare alla prima idea di non maritarla, di lasciarla invecchiar zitellona: coi piedi al muro, ella aveva sempre risposto di no, di no e poi di no. La principessa dapprima le aveva tolto la parola, poi l’aveva strapazzata come una serva, poi l’aveva chiusa a chiave in un camerino buio, senza vesti, con poco cibo; poi l’aveva cominciata a picchiare con le mani nocchiute che facevano male, giurando di lasciarla morir etica, se non si piegava. E al marchese il quale, preso dagli scrupoli, veniva a restituirle la sua parola: «Nossignore,» diceva: «ha da sposarti, perchè così voglio. Se lei è degli Uzeda, io sono dei Risà! E vedrai che cangerà!...» Ella sapeva com’eran fatti, tutti quegli Uzeda; quando s’incaponivano in un’idea, neanche a spaccargli la testa li potevan rimuovere; erano dei Vicerè, la loro volontà doveva far legge! Ma da un giorno all’altro, quando uno meno se l’aspettava, senza perchè, cangiavano di botto; dove prima dicevano bianco, affermavano poi nero; mentre prima volevano ammazzare una persona, questa diventava poi il loro migliore amico... Fino all’ultimo momento, Chiara non aveva mutato: dinanzi all’altare, con due campieri a fianco, due facce brigantesche scovate apposta dalla madre per incuterle spavento, era svenuta, e solo il prete di buona volontà aveva udito il sì; ma il domani delle nozze, quando la famiglia andò a far visita agli sposi, o non li trovarono abbracciati che si tenevano per mano?... «cose da far trasecolare!» gridava don Blasco. La gente di servizio, i famigliari, gli amici, scherzarono un pezzo tra loro sul mezzo che il marchese aveva adoperato per addomesticar la moglie, fatto sta che Chiara da quel giorno fu tutt’una cosa col marito, fino al punto che egli non potè tardare un quarto d’ora a rincasare senza che ella gli mandasse dietro tutta la servitù, fino ad essere gelosa dei suoi pensieri. E non ebbe più, in tutte le circostanze piccole e grandi, altra opinione che quella del