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80 I Vicerè

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Vicerè.djvu{{padleft:82|3|0]]v’era sparsa; seghe, pialle, trapani, pulegge, zappe, picconi; e poi un assortimento di assi e di travi, e sacchi di farina per fare il pane, provviste di polvere, una scansia di libri, tutta la roba che un naufrago può salvare dalla nave prima che questa si sfasci.

Fin dal primo anno, però, egli non aveva potuto pagare interamente la rendita promessa alla madre; restò a dargliene una buona metà che la principessa notò regolarmente a suo debito. Poi, a furia di mutar culture, di porre in atto le novità di cui udiva parlare o che leggeva nei trattati d’agricoltura o che speculava da sè, il frutto del podere gli si venne sempre più assottigliando tra mano. Colpa dei mercenarii, diceva, che non eseguivano bene i suoi ordini, o dello scombussolamento delle stagioni; ma la madre lo canzonava, a posta, per incaponirlo in quella sua manìa, e vi riesciva a meraviglia. E il frutto delle Ghiande scemava sempre più, non arrivava neppure alle cent’onze, nonostante che ad esclusione degli strumenti e di qualche libro, egli non spendesse nulla per sè e mangiasse frugalmente i prodotti dell’orto e della caccia e le rare volte che compariva al palazzo scandalizzasse perfino i servi, tanto era stracciato e unto e goffo nei panni vecchi di anni ed anni. Ma la principessa, deridendolo, lo lasciava fare, e segnava una dopo l’altra nel libro dell’avere tutte le somme che ogni anno egli le dava in meno. Esse formavano già un discreto capitale che il Babbeo non sapeva dove prendere; il suo continuo timore era perciò che la madre, stanca di non vedersi pagata, gli togliesse di mano il podere; e infatti la principessa più d’una volta lo aveva minacciato di questo. Il colpo maestro di costei, nel testamento, fu dunque l’assegnazione delle Ghiande a Ferdinando. Per lui quella proprietà valeva più d’un feudo; a scambiarla per tutta l’eredità dei fratelli maggiori temeva di rimetterci. Come se questo non bastasse, c’era il condono degli arretrati che sommavano ormai a mille e cinquecento onze; talchè, al colmo della soddisfazione, egli si credette trattato benissimo, oltre

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