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90 I Vicerè

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Vicerè.djvu{{padleft:92|3|0]]la principessa non aveva fatto festa al primogenito dei maschi, il quale aveva anche messo in pericolo, nascendo, la vita di lei. Invece di volergli tanto più bene quanto più lo aveva desiderato e quanto più le costava, donna Teresa glie ne aveva voluto tanto meno. Alla nascita di Lodovico era rimasta ancora indifferente e crucciata; le sue viscere materne s’erano improvvisamente commosse per Raimondo. Così, mentre tutti gli altri parenti che non eran «pazzi» come lei, o che eran pazzi altrimenti, avevano dato a Giacomo l’idea che egli fosse da più di tutti come primogenito, come erede del titolo, la principessa aveva riposto tutto il suo affetto, un affetto cieco, esclusivo, irragionevole, sopra Raimondo. E la protezione della madre era molto più efficace di quella del padre e degli zii; perchè, mentre costoro davano a Giacomo, avido di quattrini, ingordo d’autorità, soltanto vane parole, Raimondo era colmato di regali, otteneva ragione su tutti, faceva legge dei proprii capricci. Così cominciarono le risse tra i due fratelli, e Raimondo, più piccolo, ne toccò; ma quando la principessa si vide dinanzi in lacrime il suo protetto, Giacomo assaggiò le terribili mani di lei che lasciavano i lividi dove cadevano. Il ragazzo s’ostinò un pezzo, fino a mutare la freddezza della madre in odio deciso; poi, accortozi di sbagliar via, mutò tattica, divenne infinto, fece da spia a don Blasco, gustò il piacere della vendetta nel vedere Raimondo picchiato dal monaco in odio alla cognata. Ma furono soddisfazioni mediocri e di corta durata: con gli anni la principessa chiuse a San Nicola il secondogenito, diede a Raimondo il titolo di conte; avara, anzi spilorcia, largheggiò soltanto col beniamino; Giacomo non ebbe mai un baiocco, e i suoi abiti cadevano a brandelli quando l’altro pareva un figurino. Se Raimondo esprimeva un’opinione, subito era secondato, o per lo meno non deriso; Giacomo non potè disporre di nulla. Uno dei suoi più lunghi desiderii era stato quello di far atto di padrone, in casa, riadattando a modo suo il palazzo: la madre non gli permise di ri-

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