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96 | I Vicerè |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Vicerè.djvu{{padleft:98|3|0]]dunque apertamente alla madre, poichè solo fra tutti poteva dirle in faccia: «Non voglio!» Il matrimonio era la catena al collo, la schiavitù, la rinunzia alla vita che egli sognava: a nessun patto poteva accettarlo. Ma la principessa, che verso gli altri figli adoperava i più acri sarcasmi, le imposizioni più dure e le minacce estreme, tenne a lui il linguaggio della persuasione. Voleva egli divertirsi, aver molti quattrini da spendere, far quello che gli piaceva? La dote gli avrebbe subito permesso ogni cosa! Quella gelosa che si adattava a dargli moglie per necessità, e non voleva la nuora del paese e gli andava invece a cercare un partito lontano, non poteva ammettere che suo figlio amasse quest’altra donna, che le fosse fedele, che le si credesse legato sul serio. «Stupido che sei!» gli diceva dunque, «sposala per adesso; poi, se ti secca, la pianterai!» E solamente quel linguaggio e quegli argomenti indussero il giovane a dir di sì, persuadendolo che a quel modo egli sarebbe stato subito ricco e si sarebbe nello stesso tempo sottratto all’opprimente protezione della madre.
Don Blasco, al matrimonio di Giacomo, aveva fatto cose dell’altro mondo e vomitato gli ultimi vituperii sul nipote che s’era ficcato in testa di sposare la cugina Graziella, la figlia d’un’altra Risà! e sulla cognata che gli dava invece «per forza» una Grazzeri! Ma a coronar l’opera mancava proprio il matrimonio di Raimondo!... Ammogliare un altro figliuolo? Creare una seconda famiglia? Venir meno alle tradizioni della casa? C’era esempio d’una pazzia più furiosa?... Don Blasco non badava alla contraddizione fra quel rispetto che pretendeva portassero alle tradizioni, ed il proprio insaziabile rancore per esser stato sacrificato alle tradizioni medesime: pur di fare l’opposizione, pur di sfogarsi in qualche modo, egli saltava ostacoli molto più grandi. E quel che più specialmente l’offendeva, nel matrimonio di Raimondo, era la scelta della sposa. Fra tanti partiti che le erano offerti, quale aveva preferito sua cognata? Quello proposto da Padre Dilenna, nemico personale di don Blasco!