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18 Elogio degli amori ancillari

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ii.

Gaie figure di decamerone
le cameriste dan, senza tormento,
più sana voluttà che le padrone.

Non la scaltrezza del martirio lento,
non da morbosità polsi riarsi,
e non il tedioso sentimento

che fa le notti lunghe e i sonni scarsi,
non dopo voluttà l’anima triste:
ma un più sereno e maschio sollazzarsi.

Lodo l’amore delle cameriste!


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