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96 | i precursori di c. lombroso |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I precursori di Lombroso.djvu{{padleft:100|3|0]]sempre indovinate per l’efficacia della espressione mimica. Riporterò a titolo di saggio qualcuna delle pagine più originali di questo importante fisionomista. Ecco uno dei tanti sonetti posti sotto alle figure:
Non nigri aut albi, at mulier mediocris ocelli,
Prudens, fida, bonis moribus esse solet.
Dal meriggio fulgor ai bei splendori
Sia, che l’occhio si abbagli e si confonda,
Nelle tenèbre dei notturni orrori
Sia che il mondo si perda e si diffonda;
Ma fra l’estremità di quei colori
Un mezzo Sol di immensa lode abbonda,
Che mescolando in sè quei varii errori
Rende alla vista altrui luce gioconda.
O di Donna pudica occhio lucente
Che la natura provvida compose
D’un misto perfettissimo e fulgente.
Porti tu la Vertà ne i lampi ascose
E la Sagacità d’alma prudente
In te con larga mano il Ciel ripose.
Del Sig. Nonio Verace.
Questi sonetti sono di varî autori, letterati, accademici di professione e dilettanti, che si rivelavano cultori appassionati di Fisionomia.
“Della fisionomia dell’uomo. — Deca seconda. — Fra le parti del nostro corpo la fronte obbidientissima si mostra nel palesare gl’interni affetti dell’anima; a piedi di questa ardono di continuo le fiaccole nobilissime degli occhi, acciò