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i precursori nel mondo antico, ecc. 33

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Aristotele è il primo che espone la Scienza nella forma del trattato. Egli considerò positivamente la storia dell’anima come una parte della storia naturale, e perciò di pertinenza dei fisici. La sensibilità, l’intelligenza non sono che facoltà latenti ed inerti che attendono un eccitamento esteriore; senza sensibilità non vi è immaginazione, senza immaginazione non vi è intelligenza. L’anima per Aristotele non è una sostanza a sè, unita al corpo e da esso divisibile, ma la funzione di un organo speciale, bene sviluppato, e che non si effettua che per i dati del senso.

Socrate identificò la virtù coll’intelletto. Platone li divise, ma tanto che l’una non si comprendeva più come agisse sull’altro. Aristotele invece, ponendo che la cognizione intellettuale non sia disgiunta dalla volontà, giudicò si converta gradatamente in volontà buona mediante la ripetizione degli atti coll’abitudine. Egli diede la spiegazione di una quantità di fenomeni vitali e psicologici: che se accanto a ricerche acutissime si trovano osservazioni completamente erronee, diede però una ragione chiara del problema psicologico e della sua importanza per la medicina pratica, fornendo una larga base empirica alla Scienza.

Epicuro poi, che fa procedere la scienza dalla

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