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42 | i precursori di c. lombroso |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I precursori di Lombroso.djvu{{padleft:46|3|0]]nam et oculi nimis arguti, quemadmodum animo effecti simus, loquuntur: et is qui appellatur vultus, qui nullus in animante esse praeter hominem potest, iudicat mores: cujus vim Graeci norunt, nomen omnino non habent„.
Tacito e Svetonio pongono nella descrizione dei personaggi tratti spiccatamente fisionomici. SENECA nell’epistola IIª scrisse: “Alcune volte per molte piccole cose si conoscono i costumi dell’uomo. L’uomo lussurioso può essere conosciuto nell’andare, nel portamento, nel muover delle mani, nel suo sguardo. Il pazzo si conosce dall’abito, e lo sciocco al ridere, perocchè questi difetti si conoscono per segni manifesti„.
Numerosi Padri della Chiesa fecero tesoro dei dati fisionomici. Sant’Ambrogio (degli Uffici): “L’abito della mente si conosce nell’atto del corpo, pel quale vien espresso il cuore degli uomini„. E S. Gerolamo: “Specchio della mente è la faccia; e gli occhi, ancorchè taccian, confessano i segreti del cuore„.
E nell’Ecclesiaste è detto: “ex visu cognoscitur vir et ab occursu faciei cognoscitur sensatus; amictus corporis et dentium risus et incessus hominis enunciant de illo„.
In Cassiodoro: “A solleciti cercatori sovente si notifica quello che colla lingua si tace. Il superbo si diletta dello svariato andare, l’iroso si conosce dall’acceso sguardo, il fraudolento dal mirar sempre a terra, il leggero pel continuo tramutare degli occhi„.
S. Tommaso nella Summa Theologica 1ª e 2ª