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62 | i precursori di c. lombroso |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I precursori di Lombroso.djvu{{padleft:66|3|0]]2. — Nel libro secondo entra direttamente a trattare della vera fisionomia. Vi sono anche qui riportate ampiamente le opinioni degli antichi. Aristotele, Galeno, Polemone, Adamantino, Alberto Magno, Avicenna, ecc. Poi documentazioni spigolate nella letteratura classica e contemporanea. “Il capo un po’ più grande del mediocre è indizio di animo sensato e di grande ingegno. Quelli al contrario che sono di piccolissimo capo ha poco senso e men cervella„. A proposito della constatata microcefalia nei delinquenti il Della Porta cita Avicenna che dice: “Il capo piccolo e di sconcia forma dimostra mancamento di natural virtù morale, però colui sarà senza fede, d’ira veloce e dubbio in tutte le cose„. Ed aggiunge di suo “un picciol naso non può esser capace di molto spirito, onde il cervello essendo ristretto dal poco spazio del capo, per la strettezza lo spirito animale si soffoca: insomma il capo picciolo è necessariamente cattivo„. Tratta magistralmente le anomalie e le deformazioni craniche, e distingue il capo depresso nella fronte, quello sporto fuori nella fronte, il capo gonfio nelle tempie: conchiude “che quel capo che sarà di moderata grandezza e avrà una convenevole depressione, è la miglior d’ogni altra forma di capo per i buoni sensi e la grandezza d’animo„. Disse poi che il capo aguzzo è proprio dello stolto e insensato, e correda ogni forma di capo colla corrispondente figura unita a quello dell’animale cui più si assomigli.