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peto portate all’ingiù, percotendo in loro si lontanino da’ pilastri e passino per mezzo dell’arco. Gli archi si devono far ben fermi e forti e con pietre grandi, le quali siano benissimo commesse insieme; acciocchè possino resistere al continuo passar de’ carri e reggere al peso, che per qualche accidente sarà condutto lor sopra. Quelli archi sono fortissimi, che si fanno di mezzo cerchio; perchè posano sopra i pilastri e non si urtano l’un l’altro: ma se per la qualità del sito e per la disposition de’ pilastri, il mezzo cerchio intiero per la troppo altezza offendesse, facendo la salita del ponte difficile; si serviremo del diminuito, facendo gli archi c’abbiano di frezza il terzo del lor diametro e si faranno in tal caso le fondamenta nelle ripe fortissime. Il pavimento de’ ponti si deve lastricare, in quell’istesso modo che si lastricano le uie, delle quali è stato detto di sopra: onde essendosi veduto quanto si deve avvertire nell’edificare i ponti di pietra, è tempo che passiamo a’ disegni.
CAPITOLO XI.
Di alcuni ponti celebri edificati dagli Antichi e de’ disegni del ponte di Rimino.
MOlti ponti furono edificati dagli antichi in diversi luoghi; ma in Italia e specialmente sopra il Tevere assai ne edificarono, de quali alcuni si vedono intieri e d’alcuni altri sono rimasti i uestigi antichi solamente. Quelli, che si vedono ancora tutti intieri sopra il Tevere; sono quel di Castel santo Angelo, già chiamato Helio dal nome di Helio Adriano Imperadore, il quale edificò quivi la sua sepoltura. Il Fabricio, edificato da Fabricio, oggi detto ponte quattro capi dalle quattro teste di Giano, over di Termine, le quali sono poste a man sinistra entrando in esso ponte: per questo ponte l’Isola del Tevere si congiogne alla città. Il Cestio oggi detto di san Bartolomeo, il quale dall’altra banda dell’Isola passa in Transtevere. Il ponte detto Senatorio da’ Senatori e Palatino, dal Monte che gli è vicino, fatto di opera rustica; che ora si chiama di santa Maria. Ma quei ponti, de’ quali si vedono nel Tevere i uestigi antichi solamente, sono, il Sublicio, detto ancora Lepido da Emilio Lepido, che essendo prima di legno lo fece di pietra, ed era vicino a Ripa: Il trionfale, i cui pilastri si veggono rincontro alla Chiesa di Santo Spirito: il Ianiculense, così chiamato per esser vicino al Monte Ianiculo, il quale perchè è stato ristaurato da Papa sisto IIII. ora si dimanda Ponte Sisto; ed il Miluio oggi detto Ponte Molle, posto nella via Flaminia lontano da Roma poco meno di due miglia, il quale non ritiene altro di antico, che li fondamenti e dicono che fu edificato al tempo di Silla da M. Scauro Censore. si vedono ancora le ruine di un ponte edificato da Augusto Cesare di opera rustica sopra la Nera fiume uelocissimo appresso Narni. E sopra il Metauro nell’Vmbria a Calgi se ne vede un’altro di opera rustica similmente con alcuni contraforti nelle ripe, che sostentano la strada e lo fanno fortissimo. Ma tra tutti i ponti celebri, per cosa maravigliosa è ricordato quello, che fece far Caligola da Pozzolo a Baie in mezzo del mare di lunghezza poco meno di tre miglia, nel quale dicono ch’egli spese tutti i denari dell’Imperio. Grandissimo ancora e degno di meraviglia fu quello, che per soggiogare i Barbari edificò Traiano sopra il Danubio rincontro alla Transilvania, nel quale si leggevano queste parole.