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CAPITOLO XXI.
Delle Palestre, e dei Xisti dei Greci.
POichè si è trattato delle vie, dei ponti e delle piazze; resta che si dica di quelli edifizj, che fecero gli antichi Greci, ne’ quali gli uomini andavano a esercitarsi: ed è cosa molto verisimile, che al tempo che le Città della Grecia si reggevano a Reupblica, per ogni Città ne fosse uno di questi tali edifizj: ove i giovanetti, oltre l’imparar delle scienze; esercitando i corpi loro nelle cose pertinenti alla militia, come a conoscer gli ordini, a lanciar il palo, a giocar alle braccia, a maneggiar l’arme, a natar con pesi sopra le spalle; divenissero atti alle fatiche e a gli accidenti della guerra: onde poterno poi col lor ualore e disciplina militare, essendo essi pochi, uincer eserciti numerosissimi. A’ esempio loro ebbero i Romani il Campo Martio, nel quale publicamente la gioventù si esercitava nelle dette militari atzioni, dal che nascevano mirabili effetti e le uittorie delle giornate. Scriue Cesare ne’ suoi Commentarj, che essendo egli all’improviso assalito da’ Nerui e vedendo che la settima legione e la duodecima erano di maniera ristrette, che non potevano combattere; commandò che si allargassero e si mettessero l’una a fianchi dell’altra, acciocchè avessero comodità da adoperar l’arme e non potessero esser da nimici circondate: il che con prestezza fatto da soldati, diede a lui la uittoria e a loro fama e nome immortale di ualorosi e di bene disciplinati; conciosiache nell’ardor della battaglia quando le cose erano in pericolo e piene di tumulto facessero quello, che a molti a tempi nostri par difficilissimo da farsi quando ancora gli nimici sono lontani, et si hà comodità di tempo e di luoco. Di questi tai gloriosi fatti ne sono piene tutte le Greche e Latine Historie e non è dubbio che di loro non fosse cagione il continuo esercitarsi de’ giovani. Da questo essercitio i detti luoghi, che (come racconta Vitruvio al cap. XI. del V. Lib.) fabbricavano i Greci; furono da loro chiamati Palestre e Xisti: e la lor disposizione era tale. Prima disegnavano la piazza quadrata di giro di due stadj, cioè di ducento e cinquanta passa; ed in tre lati di lei facevano i portici semplici e sotto quelli alcune sale ampie, nelle quali stavano gli uomini letterati, come Filosofi e simili; a disputare e discorrere. Nel quarto lato poi, il quale era volto al Meriggie; facevano i portichi doppj: acciocchè le pioggie da uenti spinte non entrassero nella parte più a dentro, nel uerno; e l’estate il sole fosse più lontano. Nel mezzo di questo portico era una sala molto grande lunga un quadro e mezzo, ove si ammaestravano gli Adolescenti. Dalla destra della quale, era il luogo, ove si ammaestravano le Garzone: e dietro a quello, il luogo, ove s’impolueravano gli Athleti: e più oltre la stanza per la fredda lavazione, c’ora chiameressimo bagni di acqua fredda; laqual viene a esser nel voltar del portico. Dalla sinistra del luogo degli adolescenti era il luogo, ove s’ongevano i corpi per esser più forti; ed appresso la stanza fredda, ove si spogliavano: e più oltre la tiepida, per dove si faceva foco; dalla quale si entrava nella calda: aveva questa stanza da una parte il laconico (era questo il luogo, ove sudavano) e dall’altra la stanza per la calda lavazione. Perciocchè vollero quei pru-