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CAPITOLO XXI.
Delle Logge, delle Entrate, delle Stanze, e della forma loro.
SI sogliono far le Loggie per lo più nella faccia davanti, ed in quella di dietro della casa; e si fanno nel mezzo, facendone una sola, o dalla bande facendone due. Servono queste Logge a molti comodi, come a passeggiare, a mangiare, ed ad altri diporti; e si fanno e maggiori e minori come ricerca la grandezza e il comodo della fabbrica: ma per il più non si faranno meno larghe di dieci piedi, nè più di venti. Hanno oltre di ciò tutte le case bene ordinate nel mezzo e nella più bella parte loro alcuni luoghi, ne’ quali rispondono e riescono tutti gli altri. Questi nelle parte di sotto si chiamano volgarmente Entrate, ed in quella di sopra Sale. Sono come luoghi pubblici e l’Entrate servono per luogo, ove stiano quelli, che aspettano, che il padrone esca di casa per salutarlo e per negotiar seco; e sono la prima parte (oltra le Logge) che si offerisce a chi entra nella casa. Le Sale servono a feste, a conviti, ad apparati per recitar commedie, nozze, e simili sollazzi; e però deono questi luoghi esser molto maggiori degli altri e aver quella forma, che capacissima sia: acciocchè molta gente comodamente vi possa stare e vedere quello che vi si faccia. Io son solito non eccedere nella lunghezza delle Sale due quadri, i quali si facciano dalla larghezza; ma quanto più si approssimeranno al quadrato, tanto più saranno lodevoli e comode.
Le Stanze deono essere compartite dall’una e dall’altra parte dell’entrata e della Sala: e si dee avvertire, che quelle dalla parte destra rispondino e siano uguali a quelle dalla sinistra, acciocchè la fabbrica sia così in una parte come nell’altra, ed i muri sentano il carico del coperto ugualmente. Perciocchè se da una parte si faranno le stanze grandi e dall’altra piccole, questa sarà più atta a resistere al peso per la spessezza dei muri e quella più debole; onde ne nasceranno col tempo grandissimi inconvenienti a rovina di tutta l’opera. Le più belle e proporzionate maniere di stanze, e che riescono meglio, sono sette: perciocchè o si fanno rotonde (e queste di rado), o quadre, o la lunghezza loro sarà per la linea diagonale del quadrato della larghezza, o d’un quadro ed un terzo, o d’un quadro e mezzo, o d’un quadro e due terzi, o di due quadri.
CAPITOLO XXII.
De’ pavimenti, e de’ soffittati.
AVendo veduto le forme delle Logge, delle Sale e delle Stanze; è convenevol cosa che si dica de’ Pavimenti e de’ Soffittati loro. I Pavimenti si sogliono fare o di terrazzo come si usa in Venezia, o di pietre cotte, ovvero di pietre vive. Quei terrazzi sono eccellenti, che si fanno di coppo pesto e di ghiara minuta, e di calcina di cuocoli di fiume, ovvero Padovana, e sono ben battuti; e debbonsi fare nella Primavera o nell’Estate, acciocchè si possano ben seccare. I pavimenti di pietre cotte, perchè le pietre si possono fare di diverse forme e di diversi colori per la diversità delle crete, riusciranno molto belli e vaghi all’occhio per la varietà de’ colori. Quelli di pietre vive rarissime volte si fanno nelle stanze, perchè nel Verno rendono grandissimo
freddo;