< Pagina:Idilli di Teocrito (Romagnoli).djvu
Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta.

109

prassínoe
Da strabiliare! Dammi la mano, tu Gorgo. Tu, piglia
quella d’Eutichide, Eunòe. Stacci accanto, non perderti, bada!
Entriamo tutte insieme. Eunòe, tienti stretta a noialtre.
Ah. poveretta me! Ecco già uno strappo alla vèste,
Gorgo mia bella. — Brav’uomo, ti supplico in nome di Giove,
dammi un’occhiata alla veste, cosí possa avere fortuna.
forestiere
Poco posso fare, io. Tuttavia, proverò.
PRASSINOE
Quanta calca I
Spingono come maiali.
forestiere
Fa’ cuor, bella mia, siamo in porto.
prassínoe
Ora, brav’uomo, e sempre t’arrida la buona ventura,
che ci hai cosí protette. — S’è mosso a pietà. Che brav’uomo I
Ma qui schiacciano Eunòe! — Fa’ forza, balorda! Benone. —
Son tutte dentro — quello sciamò, chiusa ch’ebbe la moglie.

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.