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146 TEOCRITO

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Né di Selène il carro giunto era a metà del suo corso,
che i pescatori al lavoro fùr desti. Scacciarono il sonno
dagli occhi; e i ior pensieri cosi dieder moto alle voci.

asfalione
Sbagliano, amico mio, tutti quelli che dicon più brevi
le notti estive, quando più lunghi si volgono i giorni.
Ho mille e mille sogni già visti, e non siamo all’aurora.
Me ne ricordo o no? Queste notti non hanno mai fine.
il compagno
Asfali’one, tu accusi la bella stagione d’Estate.
Non è che il tempo allenti la corsa a capriccio: i pensieri
rompono il sonno, e fanno che lunga ti sembri la notte.
asfalione
Dimmi, sapresti l’arte dei sogni? Ne ho visti dei belli.
Né voglio che tu parte non abbia di quello che ho visto:
come la pesca, tutti cosi dividiamoci i sogni.
Interpretarli a inodo potrai, se t’affidi al tuo senno:
ottimi interprete è quegli che solo ebbe il senno a maestro.
Di tempo, già, ne abbiamo. Che cosa ha da fare, chi giace
sopra le foglie, ai flutti vicino, e non può prender sonno?
L’asino in mezzo agli spini, la lampada nel Pritanèo,
dice il proverbio, che mai non s’addormono.
il compagno
                                             Narrami dunque
le cose ch’ài vedute stanotte: soddisfa l’amico.

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