< Pagina:Idilli di Teocrito (Romagnoli).djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
IDILLIO XXVII | 201 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Idilli di Teocrito (Romagnoli).djvu{{padleft:248|3|0]]
dafni
Il letto allestirò: la lana più bella preparo.
fanciulla
Che mai, dimmelo, al vecchio mio padre, che mai potrò dire?
dafni
Quando il mio nome udrà, godrà che tu m’abbia prescelto.
fanciulla
Dimmelo, via, questo nome: diletto può dare anche un nome.
dafni
Dafni io mi chiamo, mio padre Licida, mia madre Nomèa.
fanciulla
Sei di bennati, certo: da meno, però, non sono io.
dafni
Lo so, che in alto nata sei tu, che tuo padre è Menalca.
fanciulla
Fammi vedere dov’è questo bosco, dov’è questo ovile.
dafni
Vedilo qui, dove in fiore son questi miei svelti cipressi.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.