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NOTE XXIV | 269 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Idilli di Teocrito (Romagnoli).djvu{{padleft:316|3|0]] le ragioni artistiche e le ragioni cronologiche s’intrecciano in tal guisa, che, anche qui, sarà sempre difficilissimo giungere a determinazioni sicure. * Ad ogni modo, fra le composizioni che, in qualche modo, vanno sotto il nome di Teocrito, è fra le piú leggiadre-, e sebbene fra le meno sicure, non ho creduto che convenisse ometterla.
XXVIII
LA ROCCA
Per essere sincero, non partecipo l’entusiasmo di molti filologi per questa «Rocca». È una poesia d’occasione; e, col beneplacito dell’olimpio Goethe, le piccole occasioni suscitano le piccole poesie. E le meno decorose ispirano poesie indecorose (vedi l’«Elogio di Tolomeo»), le turpi, poesie turpi (vedi l’«Ai’tes»). Questa è ispirata ad una occasione onesta e simpatica; ed è simpatica, sebbene non abbia molto a vedere con le ispirate figlie di Mnemosine.
XXIX
PER DUE FANCIULLI
I
Per questa poesia, dobbiamo ripetere le considerazioni fatte a proposito della precedente; ma con una conclusione diametralmente opposta. Infatti è dedicata ad un illustrissimo zanzerone; e non riescono a commuoverci gli sdilinquimenti amorosi di Teocrito per lui.