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IDILLIO I | 9 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Idilli di Teocrito (Romagnoli).djvu{{padleft:46|3|0]]
dintorno agli alveari soavi lí ronzano pecchie.
Muse, intonate, Muse dilette, l’agreste canzone.
Adone il bello è anch’esso fiorente, e le greggi pastura,
lepri colpisce, tutte persegue le fiere a la caccia.
Muse, intonate. Muse dilette, l’agreste canzone.
A Diomede, poi, vicina ti reca, ivi sosta,
e digli: «Ho vinto Dafni bovaro: or tu provati meco».
Muse, intonate, Muse dilette, l’agreste canzone.
Lupi, sciacalli ed orsi, nascosti per gli antri dei monti,
addio! Dafni, pastore di bovi, mai più ne la selva,
più nel querceto, più non verrà per i boschi. Aretusa,
e voi, fiumi che belli scendete dal Timbride, addio!
Muse, intonate. Muse dilette, l’agreste canzone.
Dafni sono io, che i bovi soleva qui al pascolo addurre,
Dafni sono io, che tori guidava e giovenchi alla fonte.
Muse, intonate. Muse dilette, l’agreste canzone.
O Pan, Pan, se tu sei del Licèo sopra l’alpe gigante,
o se t’aggiri sul Mènalo eccelso, a questa isola vieni:
vieni in Sicilia, e lascia l’aerea d’Èlice vetta,
e di Licóne la tomba, che sacra è perfino ai Celesti.
Muse, troncate, Muse dilette, l’agreste canzone.
Vieni, Signore, e questa sampogna, spalmata di cera,
armoniosa, ricurva vicino a le labbra, gradisci:
che io, vinto d’amore, son già trascinato nell’Orco.
Muse, troncate, Muse dilette, l’agreste canzone.