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IDILLIO V

39 COMATA Chi crede come le superar nella giostra il rivale, vespa che ronzi contro l’arguta cicala. Ma pure,. quando non basti il capretto, c’è un becco qui pronto. Comincia. LACONE Non aver fretta. E che hai, sotto il fuoco? Potrai con più agio, sotto il corbezzolo, sotto la macchia, cantar, qui seduto. Laggiù zampilla un’acqua freschissima: qui cresce 1 erba, molle un tappeto c’è qui, cicalano qui le locuste. COMATA lo non ho fretta, no! Ma tanto mi cruccio, che ardisci figgermi gli occhi negli occhi. Eppure, quand’eri ragazzo, io t’ho insegnata l’arte. È questa la tua ricompensa? Nutri i lupatti, nutri, perché poi ti sbranino, i cani. LACONE E quando ho udito, ho appreso da te mai niente di bello? Non mi ricordo! Vergógnati, ometto, sei pieno d’invidia. COMATA Quand’io t’ebbi a scavare quel solco di dietro. Fiottavi tu, le caprette belavano, il becco saltava a forarle. LACONE La fossa tua, gobbaccio, più fonda non sia di quel solco.

Ma vieni, vieni qui, se cantar vuoi per l’ultima volta!

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