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il mistero del poeta 101

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Ebbra di fuoco, ebbra di luce l’anima
Spande l’ali e in tempesta agita il vol.

Era ancora così. Tutto era ritornato in un lampo, la fede in me stesso e la potenza. I miei capitoli mi ridiventarono vivi e belli, e quando pensavo al futuro cammino del romanzo, non lo vedevo ancora tutto, no, ma un lampeggiar continuo mi mostrava tante scene, tante fila d’intreccio. Ripresi tosto il lavoro, e so che non ebbi mai una vena altrettanto copiosa. Non parlo della risposta che feci a Violet sull’istante. Bastava veder quei caratteri per intender la furia della mia gioia.

A mezzo dicembre ritornai in città. Che inverno fu quello! Studiavo accanitamente di tutto. Non era la prima volta, per verità, che spaventandomi di larghe, vergognose lacune del mio sapere, non certo sospettate dal mondo, m’infuriavo a studiare. Divorai in pochi mesi la Storia del Papato di Ranke, tutto Alfieri, tutto Mickievicz, non so quanti volumi di poesie popolari italiane, buona parte del Wilhelm Meister di Goethe, i Principles of Sociology di Herbert Spencer e le commedie di Plauto. In pari tempo m’era

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