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184 | il mistero del poeta |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Il Mistero del Poeta (Fogazzaro).djvu{{padleft:188|3|0]]memorabile, come, quando, a Belvedere, intesi per la prima volta la dolce voce.
— Allora — risposi — vedrò miss Yves.
La cameriera non domandò il mio nome, mi credette forse uno straniero amico della signorina straniera e m’introdusse. Attraversammo l’anticamera; la cameriera aperse un uscio e disse: — Un signore cerca di Lei. — Vidi Violet che stava scrivendo.
Non era sola; una bambina leggeva presso lei, un’altra giuocava con la bambola, silenziosamente. Miss Yves alzò la testa e mi diede il buon giorno con un lieve sorriso, tranquillamente. Non vidi che viso avesse, perchè voltava le spalle alle finestre. Le bambine mi guardavano, attonite.
— Lei scriveva? — dissi in tono di scusa.
Violet mi rispose sotto voce, in inglese, qualche cosa che non intesi bene.
— Per me — domandai.
— Sì — diss’ella.
— È subito finito — soggiunse. — Non posso dirle questo a voce.
Aspettai accarezzando la piccola lettrice. L’altra piccina aveva posata la sua bambola ed era