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il mistero del poeta | 191 |
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— Starà con me — dissi — sempre con me. Nessuna rosa mi sarà più cara di questa che ha sofferto tanto.
Miss Yves non parve intendere ciò che volevo dire.
— Ho ucciso qualche cosa — diss’ella a voce bassissima — anche nell’anima Sua, non è vero?
— Credo di sì — risposi — ma vi è anche nata qualche altra cosa.
Era vero; mi pareva di esser passato per un gran fuoco e che i momenti fossero stati anni, e che il mio amore e il mio cuore si fossero trasformati interamente.
— Adesso — ripigliai — Ella mi è cara in un modo più profondo, in un modo più sacro; è tanto più unita a me di prima.
Miss Yves ansava, ansava e non rispondeva.
Le sedetti accanto, le susurrai all’orecchio:
— Violet, vuol essere unita a me interamente, davanti a Dio, davanti a tutti?
Ella trasalì, mi afferrò una mano, la strinse con lo spasimo nervoso di prima e mi disse piano, tenendo sempre il viso chino e gli occhi bassi: