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230 | il mistero del poeta |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Il Mistero del Poeta (Fogazzaro).djvu{{padleft:234|3|0]]sto pezzo Luise sedette presso a me e mi disse sottovoce:
— Devo dirle qualche cosa da parte di una persona, ma ora è impossibile. Vado dalle Benedettine ogni mattina alle dieci e mezzo e poi nei prati.
Più tardi trovò un altro momento per dirmi pure in segreto:
— Credo che parta domani.
La sorpresa e la commozione mia nell’udire ch’ell’aveva una parola di Violet per me non si dicono. Non era ancora nè gioja nè spavento, perchè non potevo sapere quale parola fosse; quando intesi che miss Yves partiva all’indomani, sorse in me insieme al subito terrore, più forte del terrore, l’antica fede, la volontà indomita di vincere. Tornai tranquillo, complimentai la cantatrice, scherzai con le signorine di casa, lodai al loro papà l’Italia e i sandwiches, e mi congedai dalla compagnia col sorriso sulle labbra.
O luna tedesca, com’eri grande e spettrale, quella sera, in faccia a me, fra i tetti acuti di Eichstätt! La notte, la solitudine, il silenzio quie-