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248 | il mistero del poeta |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Il Mistero del Poeta (Fogazzaro).djvu{{padleft:252|3|0]]e che faceva ogni sforzo di nascondere l’animo suo, di parer tranquillo. Parlava lui. Bisognava sentire, se diceva una parola a suo fratello, che tono di voce! Bisognava vedere che occhiate di angustia gli gettava ad ogni momento, quasi di soppiatto! Il professore andò da miss Yves ed egli restò con me. Si capiva che faceva un sacrifizio a non accompagnarlo, ma insomma lo lasciò andare. Ogni tanto giungeva le mani, alzava gli occhi al cielo e andava sulla porta ad origliare, aspettando il suo passo. Il professore ricomparve dopo un bel pezzo. Cosa si abbiano detto, Violet e lui, non lo so; certo egli era ancora più contraffatto di prima. Suo fratello lo prese a braccetto e lo condusse via. Non potei andar subito da miss Yves perchè intanto mio marito s’era sentito male. Vi andai più tardi. Ella mi disse che avrebbe voluto tacer tutto al suo fidanzato, ma che, interrogata da lui, non aveva potuto mentire. Non sapeva cosa il professor Topler avrebbe fatto; a ogni modo, lei desiderava di ritornare a Norimberga il più presto possibile. S’immagini che imbarazzo; ieri non c’era più che il treno delle nove e mezzo.