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XXXII.

(Dal quaderno).


Ad alta notte rombando
Passava il treno lontano.
Venni al balcon palpitando
Con la lucerna a la mano.

Laggiù correvi correvi
Tu via nel treno veemente,
Come una stella vedevi
La mia finestra lucente.

Allor ti strinsi al mio petto
Con un fulmineo pensiero;
Tu pur sul core m’hai stretto
Nel più profondo mistero.

Passâr le rote remote,
Io sul balcone impietrai;
Mirai le tenebre vôte
Ed il silenzio ascoltai.

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