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XXXVIII.
Rientravamo in giardino dal passeggio.
— Perchè mi ami? — diss’ella. — Ancora per il sogno?
— No no — risposi ridendo. — Per i sogni... La prego di dire per i sogni, signorina... capisco adesso che non L’ho amata mai.
— Questo? — esclamò Violet sorpresa, ma con un viso felice. — Allora Lei mi ha indegnamente ingannata, gentile signore. Lei mi ha recitato una perfetta commedia a Belvedere con quelle belle frasi sulla mia voce, la vita e la speranza. Ma bravo! E quando mi hai fatto l’onore di cominciare a volermi bene?
— Non ti ho mai ingannata un momento — replicai — ma credo di essermi ingannato io
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