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XXXIX.
Adesso è la cara nitida Heidelberg che mi vien su dal cuore. Si va dall’Hôtel Victoria al Castello per la Wolfshöhle cogli amici nostri che hanno proposta e diretta questa gita di tre giorni.
Che ombre quiete, che verde odoroso, che musica di primavera in quei boschi profondi della collina, dove tanti viali salgono, girano, s’incrociano, si perdono nelle solitudini e mostrano ai crocicchi tacite indicazioni di luoghi invisibili!
— Fairyland — mi disse Violet, sorridendo.
— Sì — risposi macchinalmente — Fairyland. E mi passò il cuore un presentimento del tempo
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