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30 | il mistero del poeta |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Il Mistero del Poeta (Fogazzaro).djvu{{padleft:34|3|0]] tale era il suo gusto, ma freddine. Ora ella si era innamorata degli Idyls of the King di Tennyson e avrebbe voluto ch’io scrivessi un poemetto di quel genere, il più raffinato, il più aristocratico possibile. Le promisi di fare qualche cosa, e sentendomi bisogno io pure di aria montana e di quiete, pensai di salire a Lanzo d’Intelvi dove conoscevo l’Hôtel Belvedere, comodo, elegante, ammirabilmente posto in una pittoresca solitudine, frequentato quasi esclusivamente dagl’inglesi. Vi avrei potuto lavorare in pace.
Vi andai il 28 giugno, per Argegno. Trovai la valle così fresca e verde, l’aria così pura! Mi pareva di respirare libertà, innocenza e vita. Il mio vetturino si fermò alcuni minuti nel paesello di Pellio; poche casuccie fra i castagneti, con le finestre fiorite di garofani. Discesi alla fontana. Una giovinetta bellissima, dalle mani abbronzate e dalle braccia di latte, stava attingendo acqua e me ne offerse. Le chiesi se l’acqua era buona. Rispose nel suo dialetto:
— La guariss de tucc i maa (guarisce tutti i mali).