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336 il mistero del poeta

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Il Mistero del Poeta (Fogazzaro).djvu{{padleft:340|3|0]]bero scrivere versi di concetto moderno e di forma antica, ma è un errore perchè bisogna che il concetto nuovo si generi la sua forma nuova e anche la sua nuova armonia.

Violet pensò un poco, diventò rossa, mi prese il capo a due mani, mi sussurrò sulla fronte:

— Io ti amerò sempre sempre come adesso, ma il mio viso invecchierà, la mia povera voce che ti piace non sarà più dolce. Cosa farai tu allora?

Le sue mani mi strinsero alle tempie quanto forte poterono.

— A che pensi mai! — risposi. — Allora non sarò più buono a far versi, non saprò che ripeterti questi ogni giorno.

Poi scherzai sulle nostre tenerezze senili. Violet se ne offese, un po’ sul serio, un po’ da burla, e mi disse ch’ero un cinico odioso, che trovavo dappertutto il ridicolo, che questo le era molto piaciuto in me da principio perchè è una follia della donna d’innamorarsi degli uomini cattivi, ma che adesso non mi voleva più così.

— Anch’io — diss’ella — una volta ero sarcastica come te; adesso non lo sono più.

Dovette ridere dicendolo, perchè lo era molto

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