Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
il mistero del poeta | 355 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Il Mistero del Poeta (Fogazzaro).djvu{{padleft:359|3|0]]
— Non far così — disse piano — non far così, non far ch’io lo debba odiare!
Mi dolsi di me stesso, le chiesi perdono di quell’atto.
— Lo sai — mi rispose con dolcezza dolente — che tu sei tutto per me nel mondo, ch’io sono una parte di te.
Poi, rinfrancata, mi raccontò ch’egli aveva diretta la lettera a Norimberga, e non pareva saper nulla dell’attuale posizione di lei; ch’era molto infelice, che tutte le sue aspettazioni erano state deluse, tutti i suoi piani troncati, ch’era senza forza e senza speranza. Si rivolgeva a lei invocando almeno una parola pietosa, dicendo che il rimorso di aver fatto male a lei era uno de’ suoi maggiori tormenti; chiedeva, non espressamente ma in nube, se il cuore di lei fosse libero o preso.
Io ascoltavo Violet in silenzio, collegando il suo accesso della notte, il suo aspetto triste colla lettera, soffrendo e sforzandomi di non lasciarlo apparire sia per alterezza, sia perchè sentivo non aver diritto nè ragione di dolermi. Quando tacque non le domandai niente, neppure di dove la let-