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il mistero del poeta 379

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— Sì, caro, anche il padre tuo, anche la mamma tua. Sono qui. Li amo tanto.

Uscii insieme a Steele per intendermi col parroco circa l’ora della cerimonia nuziale. Io ero sotto l’incubo di una preoccupazione gravissima. Avevo ricevuto nel mattino una lettera di colui, colla data di Bingen; due sole righe in cui mi chiedeva un colloquio per l’indomani. A Violet non ne avevo fatto parola; ma ora dovetti parlarne a Steele perchè s’adoperasse meco a ottener dal parroco che il matrimonio venisse celebrato con segretezza, nel cuore della notte. Colui era a un quarto d’ora da Rüdesheim, certo si teneva informato, e Dio sa che avrebbe fatto se fosse venuto a sapere ciò che si preparava. Il parroco si persuase sulla nostra parola che le stesse gravissime ragioni per cui s’era accordata la dispensa, richiedevano che il matrimonio avesse luogo alle due antimeridiane. Così potevamo passare, dopo la cerimonia nuziale, dalla chiesa alla stazione per prendere, alle tre, il treno del Sud e andare, non sapevo ancora se fino a Triberg o se solamente, per quel primo giorno, fino a Stuttgart.

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