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394 | il mistero del poeta |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Il Mistero del Poeta (Fogazzaro).djvu{{padleft:398|3|0]]guardò con uno sguardo appassionato come se temesse ancora. Le parlai dell’abito di lana bianco nel quale desideravo vederla l’indomani, e del cappellino di panama a tese piane, col nastro di raso bianco, che le andava a meraviglia con quell’abito. Non ebbe una parola nè un sorriso e continuò a guardarmi come prima. A un tratto mi prese il braccio a due mani e mormorò, sempre collo stesso sguardo:
— Non ingannarmi mai.
I nostri due compagni dormivano; mi chinai e baciai con tutta l’anima la diletta moglie mia che non intese, stavolta, il senso del mio lungo bacio e tornò serena, si appoggiò ancora alla mia spalla, sorridendo!
Un altro treno ci passò accanto e il nostro si mosse. Arrivammo in un quarto d’ora a Biebrich dove avviene lo scambio per Wiesbaden. Sentivo di dover impedire che Violet vedesse quest’uomo, che si accorgesse della sua presenza; e poichè sfuggirgli era oramai impossibile, non restava che cercar di lui, imporgli di non perseguitarci. Perciò discesi, dicendo a mia moglie che sarei tornato subito.