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V.


L’indomani mattina scesi alle sei e incominciai subito ad aspettarla; scioccamente, perchè non era probabile che scendesse prima delle sette e mezzo o delle otto. Discese alle nove e la vidi un solo momento; forse aveva preso il thè in camera. Era in toeletta da passeggio e mi salutò come chi vuol essere cortese ma non desidera compagnia. Partì subito con un ragazzo che le portava uno sgabello, un ombrello e un album. Il cameriere mi disse che andava a dipingere e che il ragazzo doveva accompagnarla alla chiesa di S. Nazaro. Ero ben risoluto, comunque lei l’intendesse, di parlarle; mezz’ora dopo mi avviai alla volta di S. Nazaro. Con che tremor di cuore, con che confusione di pensieri, con che

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