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86 il mistero del poeta

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Il Mistero del Poeta (Fogazzaro).djvu{{padleft:90|3|0]]mentalmente a fine la poesia sgorgatami dal cuore alla mattina:

  Se lunghe, amare furono le tenebre,
Degna è quest’ora tutto di soffrir;
Di rifiorente giovinezza irrompermi
Sento nel petto gl’impeti e gli ardir.

  Sublime Iddio che mi darai la morte,
Ed or mi doni un più potente amor,
Sia benedetta la mia dolce sorte!
Qual onda al cielo, a te si slancia il cor.

Sentivo che avrei amato, felice o no, sino alla morte, ed anche in questa consapevolezza era un’acuta felicità. Il pensiero della morte mi brilla sempre davanti ne’ miei più forti ardori di spirito, però in forma diversa; nelle commozioni che mi ha dato il sentimento intenso della natura, specialmente se misto ad occulte amarezze, ho sospirato di sciogliermi nelle cose; nelle commozioni dell’amore ho desiderato un mondo più alto, il mondo della luce e della vita che mi sentivo in cuore, tanto diverse da ogni luce e vita terrena, tanto superiori.

Quella sera miss Yves non discese più.



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