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158 LA PRIAPEA

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CLXXXI.

Fottete tutti adagio o fottitori;
  Quando più state con le tasche piene,
  Che in un tratto sborrandosi le rene
  4Il meglio meglio non se n’esca fuori.
So ben, che danno impaccio i mali umori,
  Ma correr per la posta non sta bene,
  Perche tutte si squassano le rene,
  8E poi dal dolce vengono i dolori.
Se bestie brave vi staranno sotto,
  Della sella uscirete e della barda,
  11Per le due miglia non facendo l’otto.
Anzi se a i veri effetti ben si guarda,
  Manco s’arriva a correre di trotto,
  14E per troppo spronar la fuga è tarda.


CLXXXII.

Dicono ch’alle donne ingravidate,
  O che pur stanno sull’ingravidare,
  Di quello ch’esse si vorrían svogliare
  4Nascon le creature segnalate.
Onde, per colorar la veritate,
  O macchia o segnatura che n’appare,
  Ne voglion la cagione consegnare,
  8E gole l’han per questo nominate.
Io, quanto a me, la tengo per bugia,
  Perche sè quei segnali tanto brutti,
  11Son di quel che la femmina desia.
Pomi non debbon essere ne frutti,
  Ma per proceder per la vera via
  14Bisognería che cazzi fosser tutti.

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