< Pagina:Il Vendemmiatore e La Priapea.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
82 LA PRIAPEA

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Il Vendemmiatore e La Priapea.djvu{{padleft:90|3|0]]

XXX.

Or che più scuffiotti e più cappelli,
  Vada il cancaro a i savj, e a i pazzi,
  Che s’io n’avessi le dozzine e i mazzi,
  4Io li pertugierei come crivelli.
Guarda come s’infregiano i cervelli,
  Come nascon gli strani appetitazzi:
  Or è pur vero, che noi altri cazzi
  8Siam delle donne gravide fratelli.
Però fia meglio, ch’io mi stia disposto
  In metter tutte a monte queste imprese
  11Nè gir fiutando più fumo d’arrosto.
Cappelli rossi, e quasi in ogni mese
  Mai non mi mancheranno, e senza costo,
  14Ma con la grazia del signor marchese.


XXXI.

Papa, a mastro Pasquino me n’appello,
  Poichè veder mi fai fino a i marrani,
  E i circoncisi tutti Catalani
  4Sedersi incappellati nel drappello.
Che un tal onor disdice, nè par bello
  In cazzi Ebrei, Spagnuoli, e Maumettani,
  Che per disnor de’ cazzi Cristiani
  8Da che nascon, rinunziano il cappello.
E però guarda ben per ogni canto
  Vedi tu ch’hai le chiavi delle porte
  11A chi si dona il pappafico e ’l manto.
Perchè t’è gran vergogna, che la corte
  Di te bisbigli e dica: Il Padre Santo
  14Va 'ncappellando cazzi d’ogni sorte.

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.